Categorie: News Altre iniziative di advocacy

 

La Società Italiana di Medicina delle Migrazioni (SIMM) si unisce a Insieme per l'Afghanistan per promuovere la petizione diretta a Mario Draghi (Presidente del Consiglio dei Ministri)

Affermando il nostro impegno per l'emersione al diritto all'assistenza sanitaria e quindi per una reale e consapevole promozione della salute senza esclusioni. Oggi a rischio sono i principali oppositori del regime totalitario e del pensiero integralista dei talebani, le donne, le minoranze e le voci libere della società civile e del giornalismo, chi ha lavorato per un’Afghanistan diverso nelle scuole, nella sanità, nella società.

L’Europa e l’Italia si preparino per una politica di corridoi umanitari nei confronti dei rifugiati provenienti dall’Afghanistan, cioè per accogliere con generosità chi nei prossimi mesi arriverà, dall’Afghanistan.

Le ricadute di questo disastro ci riguarderanno direttamente e presto.

È ora il momento di salvare le vite, con un'operazione di soccorso umanitario diretta, rapida e su larga scala per le persone a rischio in Afghanistan. È il tempo della solidarietà.

Per aderire, andate al link:

 

https://www.change.org/p/mario-draghi-afghanistan-ponti-aerei-senza-esclusioni

Categorie: SIMM News

15 agosto 2021

Gino Strada è stato un esempio per molti, e la sua perdita ha toccato profondamente noi soci SIMM, che siamo stati abituati ad averlo coraggioso compagno di strada (e molto spesso apripista). Anni fa, quando un’improvvida proposta di legge voleva farci diventare delatori, obbligandoci a denunciare i pazienti senza permesso di soggiorno, Gino e Emergency combatterono insieme alla SIMM perché quella legge non passasse.

Nonostante i suoi impegni in giro per il mondo, la sua presenza per i diritti sanitari nel nostro paese non è mai venuta meno, fino alle lotte insieme a Emergency di questi mesi per garantire il vaccino a tutti. Dignitas in salute, salus in dignitate: il motto della nostra SIMM sembra pensato per Gino. Abbiamo chiesto alla nostra socia Graziella Sacchetti, amica di lunga data di Gino Strada, di raccontarci qualcosa di lui. Questa è la sua toccante testimonianza.

 

Grazie Gino, Maestro di Vita e Compagno di Strada, di Graziella Sacchetti

“Ciao Gino”, “Grazie Gino”: questo hanno scritto quasi tutti i giornali italiani di ieri. E anche noi vogliamo salutare questo medico, questo uomo, questo compagno di viaggio nel cammino della difesa dei diritti e della salute per tutti, che è un filo comune che unisce tutti i soci della SIMM e tante altre persone che nel nostro Paese e nel mondo promuovono ogni giorno il bene comune, la salute dell’umanità.

Gino Strada ha fatto molte cose in questi anni e non stiamo ad elencarle, l’abbiamo sentito e letto in questi giorni e anche noi aggiungiamo il nostro GRAZIE!

Qualcuno, o forse molti di noi, l’hanno conosciuto personalmente sia nel percorso professionale che affettivo. Io ho conosciuto Gino a Gibuti, circa 25 anni fa (ancora prima di conoscere la SIMM!), quando lavoravo per la Cooperazione Italiana in un ospedale materno infantile di una baraccopoli africana.

Gino non aveva ancora fondato Emergency, ed era il mio Capo Progetto: in gran parte per merito suo ho capito cosa vuol dire lavorare in un Paese in via di sviluppo. Ho re-imparato a fare una medicina d’urgenza, a non sprecare i materiali sanitari, a usare i farmaci essenziali, a ragionare su diagnosi e cure che tenessero conto delle risorse locali, sia tecnologiche che umane. Ho imparato che, durante un’epidemia di colera, curare non vuol dire solo reidratare i pazienti ma anche andare a pulire e disinfettare le latrine.

Nell’ospedale di Balbalà – questo era il nome della baraccopoli in cui operavamo – quando Gino era il ‘capo’ nessuno entrava con le armi e, nel periodo in cui si era acceso un conflitto armato nel nord del Paese, abbiamo ricoverato e curato nella stessa corsia feriti provenienti da entrambi i fronti del conflitto, posizione che procurò a Gino critiche sia dal Governo locale che… dal governo italiano!

Nel tanto tempo passato insieme, Gino ci raccontava delle mine anti uomo, della sua esperienza precedente con la Croce Rossa Internazionale. Da lui ho imparato la parola francese (a Gibuti il francese era la lingua veicolare con i locali) lâche, vigliacco: così Gino definiva la guerra con le mine antiuomo, una guerra “vigliacca”.

Questo è Gino Strada che ho conosciuto, il medico, l’uomo e il maestro che Gino ha continuato a essere, per me e per le donne e gli uomini con cui abbiamo condiviso quell’esperienza africana. E, possiamo dirlo, è stato un maestro per l’umanità intera.

È stato in quegli anni, in quel territorio africano che Gino definiva abbandonato da dio e dagli uomini, che nacque l’idea di Emergency, con Teresa e Cecilia, che erano venute a trovarlo, dato che lui ‘spariva’ dalla loro vita per mesi interi… per anni.

Poi Emergency è nata davvero: ricordo le riunioni con il gruppetto iniziale a casa di Gino, di giorno, di sera, condividendo discussioni politiche, progetti esistenziali, passioni tradite e voglia di rimettersi in gioco, insieme, su poche ma chiare parole d’ordine: no alla guerra, da qualsiasi parte venga e per qualsiasi motivazione, no alle mine antiuomo, sì al diritto alle cure per tutti, senza differenze di risorse economiche e di appartenenza etnica.

Ed è con questi fili comuni che il cammino della SIMM si è incontrato anni fa con Emergency, nella campagna nazionale “Noi non segnaliamo”, campagna vittoriosa, che ha segnato un momento importante per garantire agli stranieri presenti sul suolo italiano senza tessera sanitaria un accesso sicuro alle cure necessarie.

Con Emergency ci accomuna l’impegno ad affiancare le azioni per la salute delle popolazioni svantaggiate con ferme posizioni pubbliche, politiche. In questi anni in cui i temi della sicurezza dei profughi, vittime di violenze di ogni genere in Libia e altrove, sono purtroppo stati all’ordine del giorno, Emergency è sempre stata in prima linea, a lottare con noi.  Proprio in queste settimane a Milano abbiamo combattuto con i volontari di Emergency e con altri compagni di strada perché la Regione Lombardia garantisse la vaccinazione per il Covid agli stranieri irregolari.

Per la SIMM oggi ricordare Gino Strada vuol dire questo: continuare l’impegno nella sanità e nel sociale, con forza e determinazione, insieme, per ridare diritti a coloro cui sono stati tolti, per garantire uguaglianza dove la discriminazione ha creato povertà e miseria e ridare speranza a quell’umanità che, in questi tempi, pare averla persa.

CIAO GINO, GRAZIE GINO!

 

Allegati:
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Categorie: News Azioni di advocacy SIMM

30 luglio 2021

La mancanza di una campagna informativa specifica e mirata crea una bassa propensione ad aderire all’eventuale offerta vaccinale. Per tale motivo, le organizzazioni che fanno parte del Tavolo Immigrazione e Salute (TIS) e del Tavolo Asilo e Immigrazione (TAI) chiedono (vedi lettera allegata) al Ministro della Salute e ai Governatori delle Regioni:

1) di assicurare gli opportuni strumenti amministrativi e tecnologici (con particolare riferimento ai portali regionali), in ciascuna Regione e Provincia Autonoma, per garantire l’effettiva possibilità di poter accedere alla vaccinazione a tutte le categorie di cittadini presenti sul territorio, indipendentemente dalla posizione giuridico-amministrativa nei confronti del SSN;

2) di garantire, anche attraverso le associazioni del Terzo Settore e le istituzioni locali, una campagna informativa multilingue in grado di veicolare le corrette informazioni alle diverse comunità migranti.

Da una indagine (vedi dossier allegato) condotta dai suddetti tavoli a maggio 2021 con l’obiettivo di intercettare eventuali sacche di resistenza o perplessità tra gli ospiti delle strutture di accoglienza, risulta che quasi il 60% delle persone ospitate in tali strutture (migranti, ma anche italiani senza dimora) non sono inclini ad aderire alla vaccinazione anti-COVID-19. Infatti una percentuale importante di persone ospiti (circa il 37%) ha manifestato una indisponibilità a essere vaccinata e un’altra percentuale non trascurabile (circa il 20%) ha espresso dubbi ed esitazioni al riguardo (la cosiddetta esitazione vaccinale).

Il ritardo nell'offerta dei vaccini all'intera popolazione presente in Italia (indipendentemente dallo status giuridico della persona e dalla regolarità amministrativa), l'ambiguità su chi, come e quando vaccinare, ha prodotto una incertezza diffusa tra la popolazione che sta creando preoccupanti resistenze. Per tali motivi si chiede alle Istituzioni nazionali e alle Amministrazioni locali, un reale cambio di passo per garantire in modo diffuso, equo ed inclusivo, l'offerta vaccinale (e la relativa "certificazione verde") anche alle persone in condizione di fragilità sociale e debolezza amministrativa (vedi: "Gli invisibili ed il diritto al vaccino”).