Categorie: SIMM News

Con la collaborazione di soci Naga, GrIs e SIMM e di Funzionari delle aziende sanitarie, abbiamo elaborato la V° edizione del rapporto sulla vigente legislazione sanitaria nazionale per immigrati irregolarmente presenti e un'analisi della reale, attuale fruibilità delle prestazioni sanitarie nelle diverse regioni.

 

Daniela Panizzut e Pierfranco Olivani

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Quando, quasi trentaquattro anni fa, uno sparuto gruppo di operatori sanitari diede vita alla SIMM, oltre ad un confronto per definire obiettivi e strategie per far emergere diritti assistenziali in quel periodo negati o nascosti agli immigrati, apparve chiara la necessità di condividere le esperienze “pioneristiche” che si stavano facendo nell’assistenza primaria in termini di approccio relazionale, clinico, epidemiologico e organizzativo.

In Italia una delle realtà maggiormente consolidate in questo campo era quella del Poliambulatorio della Caritas romana che aveva coagulato intorno a sé vari volontari con diverse professionalità e competenze e aveva un’attività assistenziale quantitativamente consistente e una riflessione intensa e approfondita. Nasce così, in modo spontaneo e naturale, un percorso formativo specifico per dare alcune chiavi di lettura a quel ‘nuovo’ fenomeno che era l’immigrazione in Italia, poco conosciuto e territorio di pregiudizi e semplificazioni anche in ambito sanitario. Le ricerche empiriche, di campo, prendono forma in percorsi didattici con serie basi scientifiche e di grande impatto emotivo e politico. In una Italia pre-internet, l’appuntamento annuale del Corso base sulla medicina delle migrazioni è stato occasione di relazioni, contatti, creazioni di reti e collaborazioni strutturate su base nazionale (SIMM) e locale a seguito della nascita dei GrIS.

Man mano che i diritti emergono, gli studi si moltiplicano, le conoscenze del fenomeno si diffondono, i percorsi formativi, anche istituzionali, diventano diffusi e capillari, il Corso basegiunto alla 31esima edizione, rimane un’occasione per chi vuole conoscere, in un percorso didattico breve ed essenziale ma con uno spessore storico e esperienziale, gli elementi base del fenomeno migratorio in ambito sanitario inquadrato nella visione della salute globale, con un aggiornamento puntuale sull’attualità e specificatamente sulle politiche e sulle norme sanitarie. Per chi vuole impegnarsi sul campo, sia in termini di assistenza sia nell’advocacy, il Corso base è una sorta di iniziazione sul piano umano e professionale.

Inconsapevolmente così è stato, con tenacia così lo vogliamo ancora …

Salvatore Geraci

 

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Il progetto 'Sorveglianza epidemiologica e controllo del COVID-19 in aree urbane metropolitane e per il contenimento della circolazione del SARS-CoV-2 nella popolazione immigrata in Italia' è stato fortemente voluto dal Ministero della Salute, messo in campo proprio durante l’emergenza pandemica di COVID-19 e  ha previsto il coinvolgimento di diversi partner a livello nazionale, che includono istituzioni centrali, enti locali e università.

L’obiettivo è stato di descrivere l’impatto della pandemia in un gruppo di popolazione fragile quale quella immigrata, che, per diverse ragioni di ordine culturale, sociale ed economico, sperimenta uno svantaggio in termini di salute. Le attività richiamate all’interno della struttura progettuale hanno contribuito a comporre una fotografia della struttura della popolazione immigrata che insiste sul territorio nazionale e a definire l’impatto specifico in termini di salute percepita, di salute oggettiva e di accesso ai servizi sanitari e sociali, sfociando nella proposta di strumenti di intervento finalizzati a una migliore gestione del COVID-19 all’interno di questo gruppo sociale. 

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